Dopo Milano, il “bosco verticale” approderà in Europa: ecco come funziona

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Il cosiddetto “Bosco Verticale” di Stefano Boeri sta diventando oramai un’icona dell’architettura moderna tanto da essere richiesto anche in altre parti del mondo.

Ricordiamo che il più famoso bosco verticale è il complesso di due palazzi progettati e realizzati nel centro direzionale di Milano. La caratteristica unica di queste costruzioni è la presenza di svariate essenze arboree distribuite sui prospetti, in un progetto più ampio di riforestazione dei centri urbani. L’obiettivo è ricreare  dunque dei microclimi urbani in verticale e favorire la biodiversità animale e vegetale.

Su questa scia, altre città del mondo hanno guardato con favore a questa nuova concezione di architettura. In tal senso l’architetto italiano si è aggiudicata la progettazione della Torre dei Biancospini, che sorgerà a Utrecht, in Olanda.

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Circa 10.000 piante (360 alberi, 9.640 tra arbusti e fiori) contribuiranno ad assorbire più di 5 tonnellate di CO2 nell’area di Jaarbeursboulevard.

Il progetto prevede, così come a Milano, la realizzazione di due torri. L’inizio dei lavori è previsto per il 2019 per una durata del cantiere pari a 3 anni.

 

Vi proponiamo di seguito uno schema sui benefici apportati dalla struttura architettonica:

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